Anche questa mattina alle 10, con la radio che mi tiene compagnia, tento di scrivere il secondo post; i pappagalli in salotto rompono le scatole come sempre, il tempo fuori è uggioso e dopo deciderò se andare a fare un giro al mercato.
Ieri sera, dopo aver rimesso una parte dell'armadio, alle undici e un quarto mi sono messa a vedere la tele e sono finita per caso, e con molta curiosità su "Little Miss America": avevo visto qualche pubblicità ed ero curiosa di vedere fin dove si spingono certi americani. Il programma, secondo me è sconvolgente, sia per l'idea in sè di far salire una piccola creatura su un palco per essere giudicata, ma ancor di più sono quelle mamme, grasse e depresse che giocano con le loro bambine come se fossero bambole. Si parte con l'abbronzatura artificiale ("tesoro, non puoi mica essere così bianca..."), per passare poi alle ciglia finte, fiumi di lacca sulle parrucche (perchè i capelli naturali non fanno vincere la coppa...) al trucco da super top model, per non parlare dei vestiti (il primo da sfilata, poi quello da American girl, poi in bikini) e le piccole devono pure saper dimostrare personalità facendo gesti e movenze tipiche delle nostre veline, sempre guidate dalle mamme che gli ricordano le movenze giù dal palco. Sconvolta e incredula mi chiedo cosa spinge certe persone a utilizzare le proprie bambine per fare quello che loro avrebbero voluto fare venti anni prima, prima di mangiarsi 400 mac chicken, 250 cheeseburger, 130 litri di coca-cola e 40 happy meal...
Dall'altra parte del mondo, Sofoora con la sua piccola Iba, abiterà per 7 mesi a Male, dove frequenterà un corso di aggiornamento che le permetterà di migliorare il suo metodo di insegnamento. "No holidays" mi ha detto ieri al telefono, "November 'annani Keyodhoo" e non voglio pensare alle mie vacanze a Keyodhoo senza di loro...
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